da 'la Repubblica': 'Timbuctù, bruciata l'antica biblioteca'

29.01.2013 16:42

Gli "effetti collaterali" della guerra che si sta combattendo in Mali hanno prodotto, oltre alle tante tragedie umanitarie - oltre ai morti, sono decine di migliaia i profughi che si stanno affollando alle frontiere di Paesi vicini - anche tragedie "culturali".

Infatti gli Jahadisti, nel ripiegamento da Timbuctù, hanno dato fuoco a due edifici, una vecchia biblioteca e il nuovo centro "Ahmed Baba", che contenevano decine di migliaia di volumi e di manoscritti di medicina, astronomia, diritto, storia, geografia, poesia, letteratura, risalenti al periodo compreso tra il XIV e il XVI secolo.

Erano beni inestimabili che sono patrimonio dell'intera umanità, come lo erano più della metà dei 16 mausolei della città che sono stati rasi al suolo, come lo erano i Buddha giganti della valle di Bamiyan, in Afghanistan, anch'essi distrutti dalla furia iconoclasta dei fondamentalisti musulmani.

Timbuctù, fondata nell'XI secolo dalle tribù Tuareg, era diventata la città della memoria della cultura araba-africana, e "ora - per dirla con le parole di Tahar Ben Jelloun - dei bruti ignoranti hanno devastato ogni cosa, perchè la dottrina del wahhabismo dichiara empi i mausolei, i santi e la pratica mistica. (...) Così i criminali del Nord del Mali hanno firmato la loro sconfitta, con il diluvio e l'annientamento dello spirito dell'Islam, della sua spiritualità, della sua poesia, della sua bellezza".

E questo, detto al netto della condanna dell'intervento francese e della scelta di anteporre l'invasione al dialogo diplomatico...