da 'la Repubblica': ''Grace ha il diritto di morire'. Gli Usa e la nuova Terri Schiavo'

06.10.2012 16:16

Grace Sung Eun Lee è una ragazza di 28 anni, malata terminale di tumore al cervello, che ha chiesto ai medici del North Shore University Hospital di Manhasset, New York, non sopportando più di vivere così, di interrompere quello che lei interpreta come un accanimento terapeutico.

Solo che i suoi genitori, sulla base dello loro credenze religiose, si sono opposti alla cessazione delle terapie, perchè in tal caso "la ragazza finirebbe all'inferno (sic!)"...sembra di essere nel Medioevo e invece siamo nel 2012...

Si sta riproponendo la situazione che aveva vissuto Terri Schiavo, la donna americana che dopo aver subito danni cerebrali, era vissuta dipendendo per anni, per l'alimentazione e l'idratazione, da un tubo di alimentazione. Suo marito nonché tutore legale, fece appello alla Corte di Pinella County chiedendo la rimozione del tubo di alimentazione, ma i genitori di Terri si opposero alla decisione, sostenendo che la figlia fosse cosciente; la Corte concluse che Terri non avrebbe voluto continuare le terapie di mantenimento della vita e, al termine di una battaglia legale durata per sette lunghi anni, con quattordici appelli e numerose mozioni, petizioni ed interrogazioni alla Corte della Florida, nel 2005 il marito di Terri riuscì a porre fine alle sofferenze della moglie.

Nel caso di Grace, lo psichiatra della clinica sostiene che, malgrado la malattia terminale, la ragazza "è in grado di intendere e di prendere le sue decisioni da sè", mentre il padre, pastore dell'Antioch Missionary Church del Queens, sostiene che è stata manipolata dai medici (chissà per quale oscuro motivo...) ed "è sotto la loro influenza".

Se non fosse una cosa drammatica ci sarebbe da ridere...

Questa vicenda, ma anche altre più vicine e noi come quelle che hanno visto protagonisti Piergiorgio Welby, Luca Coscioni o Eulana Englaro, ripropongono l'urgenza di una normativa sul fine vita, con l'approvazione di una legge sul testamento biologico che rispetti la volontà della persona e che preveda al suo interno anche la decisione di sospendere l'alimentazione e l'idratazione forzata.