da 'IL SECOLO XIX': 'Lavoro, è legge il nuovo articolo 18. Cgil sulle barricate'

27.06.2012 16:53

Si dovrebbe (il condizionale è inutile perchè, salvo l'IdV e la Lega, tutti gli altri partiti sono d'accordo) concludere oggi l'iter di approvazione del ddl lavoro con il voto di fiducia, dopo quelli di ieri sugli artt. 1 e 2.

Ieri si è provveduto alla demolizione delle tutele garantite dell'art.18 e dagli ammortizzatori sociali: da domani le lavoratrici e i lavoratori saranno più deboli e più ricattabili, più facilmente licenziabili e con meno garanzie rispetto a prima se licenziati.

Ma oltre a ciò, già grave di per sè, è tutto il pezzo sulla flessibilità "in entrata" nel mercato del lavoro che è una solenne presa in giro; le 46 tipologie di lavoro precario previste dalla cosiddetta "legge Biagi" sono rimaste tutte e 46, con alcuni ritocchi che non ne cambiano la sostanza: da domani le precarie e i precari del nostro Paese staranno esattamente come prima della riforma Fornero, cioè senza diritti e senza prospettive.

La Cgil parla di un "provvedimento iniquo e dannoso perchè, in una fase di crisi drammatica e dalle prospettive ancora nere, si riducono le tutele, mentre per gli ammortizzatori non si è prodotta quella universalità tanto spesso citata dal governo" e, rispetto alla precarietà, dice che "impoverire il lavoro mentre si rilancia lo sviluppo è un'idea suicida con conseguenze sociali devastanti. [L'Italia] ha bisogno di politiche di innovazione e qualificazione del proprio apparato produttivo e di servizio che ha perso competitività per troppi anni: la flessibilità del lavoro non fa diventare competitiva un'impresa, peggiora solo il mercato" e indice scioperi, manifestazioni e presidi in tutta Italia contro la riforma che è giustamente considerata "una pura bandierina ideologica".