da 'IL SECOLO XIX': ' L'America grazia Goldman Sachs'
Goldman Sachs era finita sotto inchiesta per frode da parte del Dipartimento di giustizia americano per aver venduto titoli legati ai subprime e al tempo stesso aver scommesso con dei derivati sul loro fallimento; un guadagno da più di un miliardo di dollari.
E' di oggi la notizia che le istituzioni giudiziarie USA non procederanno nei confronti della potente banca di investimento per il fatto che "non [è stato] trovato nulla, sulla base delle leggi allora vigenti, per aprire un procedimento penale", nonostante l'indagine di una Commissione del Senato abbia accertato che risultano "una serie di pratiche preoccupanti e a volte scorrette" da parte della Goldman Sachs.
L'Economist ha coniato il neologismo "bankster", dalla fusione tra banker (banchiere) e gangster, e il New York Times ha scritto "I banchieri non sentono nè il vincolo della legge nè quello della morale" commentando la sentenza.
Viene subito alla mente l'esperienza islandese di due anni fa, in cui, alla richiesta di una supertassa per salvare dal fallimento le tre banche principali del Paese - Landbanki, Kapthing e Glitnir - venne indetto un referendum e il popolo si espresse in maniera negativa al 93%; il Fondo Monetario congelò immediatamente gli aiuti all'Islanda, ma il governo rispose mettendo sotto inchiesta i banchieri e i top manager responsabili della crisi finanziari e l’Interpol emise un mandato di arresto internazionale per l’ex presidente della banca Kaupthing, Einarsson, mentre altri banchieri implicati nel crack fuggono dal paese.
Che sia solo una questione di dimensioni (degli Stati e delle banche)...?