da "IL SECOLO XIX": "L'inferno davanti alla scuola"

20.05.2012 20:00

Difficile commentare un episodio come quello accaduto a Brindisi.

Ad oggi, per gli investigatori, tutte le piste sono ancora aperte: Sacra Corona Unita, criminalità comune, terrorismo o gesto di un folle.

Indipendentemente dalla matrice dell'attentato, una cosa però è certa, chi lo ha posto in essere voleva fare una strage (che miracolosamente non è avvenuta); il fare detonare le bombole di gas nel momento in cui l'esterno della scuola era pieno di ragazze e ragazzi anzichè ore prima o dopo la loro entrata dimostra inequivocabilmente una volontà stragista.

Gli inquirenti svolgeranno le loro indagini e arriveranno (forse) ad avallare una delle ipotesi, ma una serie di elementi messi in fila (la scelta della scuola Morvillo-Falcone, che tra l'altro aveva vinto un concorso fotografico sulla legalità, il ventennale delle stragi mafiose, la prossimità dell'arrrivo della "carovana della legalità" di Libera) dimostrano la volontà di incutere "terrore" nelle e nei giovani che osano alzare la testa contro la pervasività della mafia.

In un editoriale Enrico Deaglio dice, parlando degli intendimenti dei mandanti, "Sapendo benissimo che il terrore avrebbe preso un via sicura: la paura dei ragazzini ad andare a scuola; la paura dei genitori a mandarceli. E se domani sapremo di qualche riunione di genitori per cambiare il nome ad una scuola, per non renderla un possibile obiettivo, ci dovremo vergognare?", domanda terribile e difficile.

Dobbiamo lavorare tutte e tutti, ancora di più, perchè nessuno la ponga.