da 'IL SECOLO XIX': 'Pasticcio Facebook, primi rimborsi'

26.05.2012 14:57

Ci viene detto che le azioni di Facebook stiano continuando a perdere terreno: dalla quotazione iniziale di 43 dollari proposte dalle banche d'affari americane che hanno guidato la partita delle quotazioni, si è arrivati ai 31,91 dollari della chiusura di ieri.

La Morgan Stanley ha già garantito il rimborso a tutti gli investitori che hanno comprato azioni quando queste valevano più di 43 dollari (ma solo a causa di un blocco delle comunicazioni del Nadaq) e non si è assunta la responsabilità della proposta di acquisto a 43 dollari.

Qui andrebbe fatto un lungo discorso sul ruolo delle banche e del sistema finanziario nel proporre al mercato i prezzi di quotazione delle varie società, e la crisi americana (oltre che per la vicenda dei mutui subprime) è piena di crolli economici legati a quotazioni sopravvalutate.

Ma, detto ciò, concordo con l'intervento di Michele Serra che, ne "L'AMACA" su Repubblica di oggi, dice: "Il capitalismo ha molti difetti, ma tra i suoi pregi annovera l'etica del rischio individuale. Non si capisce dunque con chi ce l'hanno i risparmiatori che hanno starpagato le azioni di Facebook e ora vogliono rivalersi in tribunale dopo il tracollo delle medesime. Si dice "giocare in Borsa", significa - appunto - che si può vincere ma si può anche perdere. Se qualcuno (brocker o altri) ha sopravvalutato il valore di Facebook, qualcun'altro ha deciso di fidarsi dei suoi consiglieri e ha perso la scommessa. Se la prenda con sè stesso. (...) Colpisce constatare, dopo un paio di secoli e di cultura del capitalismo e di culto dell'individualismo, che la pratica della responsabilità personale è ancora così poco diffusa, e dare la colpa ad altri (allo Stato, alle banche, alla Borsa, al sistema) è un vizio spalmato ovunque, tra le piagnucolanti clientele dello Stato assistenziale così come tra gli intrepidi (apparentemente) investitori americani".