da 'la Repubblica - ed. Genova': 'Dopo l'acqua, ora tocca ai rifiuti. Iren e F2i pensano anche a Scarpino'
Iren e il fondo F2i lavorano su un nuovo polo dei rifiuti che replichi quanto già realizzato dai due gruppi nel settore idrico e che porti alla gestione integrata dell'impiano di Scarpino (con gassificatore annesso!).
L'operazione nasce dall'apertura di Iren, sul fronte ambientale, a un nuovo socio finanziario di minoranza (con il 40% circa, ma che può arrivare anche al 49%); F2i è rimasto l'unico interessato all'operazione e sta svolgendo la due diligence.
Il progetto sta all'interno del dibattito sulla costruzione di un nuovo polo energetico italiano (la Multiutility del Nord), permettendo a Iren Ambiente di trasformarsi in azienda leader nel Nord Italia nella gestione del trattamento dei rifiuti.
Riporto, a proposito del fondo F2i, un passo di un articolo di Giulia Cerino su "Peacereporter.net" del 21 giugno 2010: "(...) una società italiana titolare del fondo per gli investimenti nel settore delle infrastrutture a cui patecipano istituti bancari, casse previdenzali, fondazioni, assicurazioni, istituzioni finanziarie dello Stato, sponsor e management. Il presidente si chiama Ettore Gotti Tedeschi, vecchio banchiere ora a capo dello Ior, la Banca Vaticana, che è stato prosciolto dopo essere stato iscritto tra 71 indagati del processo Parmalat.
L'amministratore delegato di F2i è Vito Gamberale, una carriera tra Autostrade Italia, Eni, Banca Italia, Benetton, e un arresto durante Mani Pulite. Gamberale venne poi assolto dall'accusa di abuso d'ufficio e concussione. Ora, è lui l'uomo che guida l'accordo. Il piano per la privatizzazione del servizio idrico ruota in parte intorno alla Spa di Tedeschi e all'appoggio che questa riceve dalla San Giacomo srl" e un altro passo di un articolo di Luca Martinelli pubblicato su "Altraeconomia.it" il 23 gennaio 2011: "Per ultimo, vorrei segnalare la vicenda di F2i, il fondo della Sgr che vede Vito Gamberale come amministratore delegato e che ha investito nel servizio idrico integrato diventando azionista di Mediterranea delle Acque. Mi colpisce che i Comuni di Torino, Genova, Parma, Piacenza e Reggio Emilia e molti piccoli comuni emiliani siano soci di un soggetto (detengono l’altro 60 per cento di Mediterranea delle Acque) ma non possano spiegare ai propri cittadini chi ha fornito i capitali a questo soggetto diventato loro partner. I nomi dei “Limited Partners” che hanno sottoscritto oltre 900 milioni di euro in F2i, circa la metà del fondo, non sono noti. È possibile che gli enti locali accettino una situazione del genere? È accettabile che questi soggetti sconosciuti siano, attraverso la società Mediterranea delle Acque, titolari del servizio idrico integrato nella provincia di Genova?"
Visto che F2i è stata da subito (e continua ad essere) tra i capifila della privatizzazione dell'acqua, il fatto che ora partecipi alla cordata per la gestione di Scarpino preoccupa non poco per la tenuta pubblica della gestione del ciclo dei rifiuti.