da 'la Repubblica': 'Grecia quasi fuori, crollano le borse'

24.05.2012 14:56

E alla fine pare abbiano deciso: la Grecia fuori dalla UE e invito ai Paesi membri a ragionare sul "piano b" studiato dagli esperti.

Sembra incredibile che, dopo tutto questo lungo periodo di crisi, i politici e gli esperti economici europei si ostinino a pensare che la risoluzione di tutti i problemi sia il "sacrificio" della Grecia, che pure aveva messo in atto (pur in presenza di vere e proprie rivolte popolari e di elezioni che ne hanno decretato l'instabilità politica) le manovre "lacrime e sangue" richieste da UE e BCE.

La risposta dei mercati è ovviamente stata il crollo delle Borse (tutte oltre il -2.5%) e l'aumento degli spread (quello italiano si è fermato a 428 punti base) e il bollettino mensile della Bundesbank ha scritto "Un'uscita della Grecia dall'Eurozona sarà gestibile, con sfide significative, ma superabili. Gli aiuti non vanno estesi. Se la Grecia non mantenesse i propri impegni sulle riforme dovrà sopportarne le conseguenze".

Quindi si conferma la tendenziale follia di salvare un pugno di banche sacrificando una nazione, di non procedere su un ragionamento che porti ad una unificazione "politica" dell'Europa a cui agganciare le politiche economiche, di non mettere in atto tutte quelle misure che permetterebbero almeno di "mitigare" gli effetti della crisi e delle speculazioni finanziarie sulle economie nazionali (Eurobond, tobin tax, aiuti ai Paesi in crisi e riequilibi finanziari).

In un'intervista, l'economista Jean-Paul Fitoussi spiega: "[La conseguenza sarà] Come minimo un'ondata speculativa devastante a carico delle economie più vulnerabili, Italia e Spagna per prime ma poi anche molte altre. Gli avremo aperto la strada noi, alla speculazione, dimostrando che non siamo in grado di difendere la valuta e le quotazioni dei titoli di Stato. (...) Per salvare la Grecia potranno servire al massimo 400 miliardi, tutto il debito pubblico di Atene. Se la speculazione attacca, le perdite salirebbero a mille miliardi e probabilmente ancora di più. Il risultato sarebbe una depressione tremenda in Europa".

Attendiamo fiduciosi, da parte dei tecnici economici europei, il "piano c", il "piano d" e il "piano e", rispettivamente per Portogallo, Spagna e Italia, quando arriveremo ad essere (molto velocemente) nelle condizioni attuali della Grecia!