da "la Repubblica": "Terremoto in Emilia, paura e dolore"

21.05.2012 22:12

Beh, la notizia del giorno non può che essere quella del terremoto in Emilia, con il suo strascico di sette morti, una cinquantina di feriti e tremila sfollati, e con la consapevolezza - ancora una volta - della fragilità del nostro territorio ma, soprattutto, dei manufatti che sono stati costruiti dall'uomo su di esso.

Se infatti i terremoti, ancorchè forse prevedibili e gestibili in modo migliore, possono catalogarsi tra gli eventi naturali devastanti, lo stesso non si può dire dei due capannoni industriali che sono crollati causando la maggior parte delle morti.

Ma soprattutto a destare polemiche è la recente decisione del Governo di non pagare i danni prodotti da eventi catastrofici: da ora in poi (questo terremoto compreso) i singoli cittadini (o gli Enti Locali) dovranno, se lo vorranno, stipulare delle assicurazioni specifiche contro questi danni con le società assicurative private.

E' ovvio che in un libero mercato, soprattutto quello assicurativo, le zone a minor rischio sismico pagheranno molto meno di quelle ad alto rischio, come d'altronde le zone a più alto rischio idrogeologico (come la nostra città) pagheranno molto di più di altre zone e forse, addirittura, sarà difficile trovare compagnie di assicurazione che stipulino polizze in quelle zone endemicamente soggette a rischi ambientali.

Verrebbe da dire, parafrasando una famosa frase, "è il mercato, bellezza", ma proprio per questo lo Stato dovrebbe farsi carico di situazioni nelle quali non è solo il singolo che rischia, ma è il bene comune del nostro territorio che è colpito, con una logica che vorrebbe che i terremoti in Emilia o in Abruzzo o le alluvioni in Liguria o in Calabria siano un problema che interessa tutte e tutti noi e non solo le popolazioni colpite.