DOCUMENTO GRUPPO CONSILIARE SEL SU CENTRO STORICO
In previsione della discussione, nel Consiglio municipale di ottobre, della situazione del Centro Storico, ho spedito ai capigruppo del PD, Pera, dell'IDV, Palomba e della FDS, Ripoli, il documento elaborato dal Gruppo consiliare di SEL di concerto con il Circolo "Iqbal Masih", al fine di aprire una discussione che traguardi ad una mozione comune della maggioranza sul tema.
Ecco il testo del documento:
Il Centro Storico è una struttura complessa - dal punto di vista urbanistico, sociale e produttivo - che non permette semplificazioni o riduzioni a soli limitati aspetti, ma che deve essere analizzato (e deve trovare soluzioni ai problemi) trattando sinergicamente le varie problematiche.
Da tutti e tre i punti di vista indicati, convivono nel Centro Storico situazioni di “eccellenza” alle quali vengono destinati fondi e attenzioni (via Garibaldi, via S. Lorenzo, piazza Matteotti, l’asse piazza Banchi/Campetto/via Luccoli) con altre fortemente degradate (via Prè, via del Campo, via della Maddalena, via Gramsci, piazza Cavour), mentre alcune altre zone, soggette in tempi più o meno recenti ad iniziative di risistemazione sia dal punto di vista urbanistico che sociale (piazza Truogoli di S. Brigida, il Ghetto, piazza delle Erbe, via S. Bernardo) rimangono in bilico tra una loro definitiva trasformazione positiva e un ritorno a situazioni di degrado.
Sono stati però soprattutto le/gli abitanti delle varie realtà, i comitati spontanei, i CIV coloro che hanno contribuito alla rinascita di zone (piazza Lavagna, piazza Cernaia, piazza Sarzano, piazza Truogoli di S. Brigida, tanto per fare alcuni esempi) che - per la carenza di continuità dell’intervento pubblico o a causa degli scarsi risultati ottenuti dai vari incubatori di impresa tramite cui sono state stanziate risorse ad attività che nel giro di poco tempo sono fallite - rischiavano di essere consegnate definitivamente al degrado.
Detto ciò non si possono tacere le difficoltà con le quali si scontrano (quasi quotidianamente) le/i cittadine/i residenti, fatte di presenza della criminalità mafiosa (Maddalena), di spaccio (Prè, Maddalena, S. Bernardo), di prostituzione (Maddalena), di comportamenti “microcriminali” conseguenti dalle varie dipendenze - alcol e droga - ma anche da comportamenti poco “urbani” - rumore e scarso rispetto - (Prè, S. Bernardo) che trovano linfa vitale nelle situazioni di degrado sociale e urbanistico esistenti e nel progressivo abbandono da parte delle attività commerciali “di prossimità” - che sono i “presìdi” che rendono i sestieri vivibili e vissuti e che rappresentano la cultura e la tradizione locale della nostra città - sostituiti da negozi di “stock” di merci cinesi uguali gli uni agli altri, 24H automatici, minimarket che nelle zone della movida svendono alcol fino a tardi e, negli stessi luoghi, bar concentrati a pochi metri l’uno dall’altro che servono soprattutto clientela di passaggio nelle ore serali, che non offrono un “plus” culturale alle zone, ma anzi ne aumentano i disagi.
Le risposte che sono state date nel corso di questi anni, sono state tutte risposte di tipo “securitario”, dalle chiusure dei vicoli con le cancellate, alle telecamere, ai “pattuglioni” da parte delle forze dell’ordine e tutte non sono riuscite ad affrontare e risolvere i problemi.
La necessità oggettiva è invece quella di ricostruire un tessuto sociale, fatto di regole di convivenza reciproca tra popolazione autoctona e migranti (e anche da parte di chi “usa” il Centro Storico per il proprio svago), recupero e nuovi insediamenti di attività commerciali e artigianali “di prossimità” che servano alle necessità delle/dei residenti, integrate certamente con attività rivolte anche a chi viene da fuori (siano essi turisti o residenti in altri quartieri della città attratti dal “fascino” dei vicoli), anche attraverso l’utilizzo dello strumento dei “Patti di Area” che permette di derogare la normativa sul commercio, recupero e risanamento urbanistico di intere zone di Centro Storico, anche con operazioni di diradamento urbanistico e di creazione di spazi verdi o spazi attrezzati per anziane/i e bambine/i.
E quindi, alla logica “sicuritaria” va contrapposta (pur mantenendo un’attività di “intelligence” da parte delle forze dell’ordine, di repressione di attività criminali e presidi fissi in zone a rischio) una politica che metta al centro l’attivazione di servizi di mediazione culturale e sociale, di educazione “di strada”, di supporto alle iniziative delle/dei cittadine/i e della scuole che sono presenti nei nostri sestieri, per ricreare quella socialità e quella integrazione che è necessaria ad un rilancio del Centro Storico.
Occorre poi individuare la “vocazione” che deve avere il Centro Storico, che non può essere “un po’ tutto e un po’ niente”.
Per la sua collocazione (alle spalle dell’”attrazione” Acquario), per la presenza di “richiami” come i Palazzi dei Rolli, i suoi Musei, le sue botteghe storiche, i suoi esercizi di ristorazione e di alloggiamento (vi è stata un’espansione dei bed & breackfast), il fascino dei suoi vicoli, i suoi “testimonial” anche recenti come Fabrizio De Andrè, il Centro Storico non può che avere una vocazione turistica e culturale, che intercetti i flussi delle navi da crociera (che si fermano una sola giornata) ma riesca anche a creare un circuito “virtuoso” che invogli i turisti a rimanere due/tre giorni nella nostra città.
Per questo è necessario un investimento da parte del Comune, sia in termini economici che culturali, lavorando di concerto con le/i cittadine/i, e con gli operatori economici - magari anche attraverso esperienze di ecomuseo o museo diffuso (ad esempio con la creazione di percorsi tematici o la mappatura delle botteghe storiche o la valorizzazione del patrimonio storico-artistico in cui le/i cittadine/i siano coinvolti in prima persona, per creare turismo sostenibile con ricadute positive sia per le attività commerciali che per i residenti) - al risanamento delle parti degradate dei sestieri e ad una programmazione dei percorsi e degli avvenimenti che devono necessariamente “uscire” dalla ristretta zona attualmente “turistica” per allargarsi all’intero Centro Storico.